Michael Burke è stato nominato presidente e CEO di **LVMH Americas**, con l’obiettivo di guidare le ambizioni di investimento del gruppo in Nord e Sud America, nonostante le sfide geopolitiche. Burke, con una lunga esperienza in LVMH (Christian Dior, Fendi, Bvlgari e Louis Vuitton), sarà anche presidente non esecutivo del consiglio di Tiffany. Parallelamente, **Arthur Lemoine** è stato promosso CEO di Galeries Lafayette, dopo oltre 15 anni di ruoli dirigenziali nell’azienda.
La settimana della couture parigina ha visto l’assenza di grandi marchi come Dior, Valentino e Givenchy, dando spazio a brand emergenti. Gli esperti auspicano innovazione nelle prossime collezioni di settembre. La sostenibilità finanziaria è emersa come nuova frontiera, con un focus sulle emissioni finanziate. Il settore del lusso affronta sfide legate all’aumento dei prezzi e alla riduzione dei volumi di vendita, con impatti sulla filiera produttiva. Hermès e LVMH stanno rivedendo le loro strategie per ottimizzare risorse e investimenti.
Nel settore della moda e bellezza, **CLO Virtual Fashion** ha acquisito Swatchbook per accelerare l’implementazione del 3D, mentre **Facegym** ha ricevuto un investimento da Reliance Retail Ventures per espandersi in India e globalmente. **Ulta Beauty** ha acquisito il retailer britannico Space NK, segnando un’importante mossa nel settore beauty.
L’industria del lino è sotto pressione a causa dei cambiamenti climatici e del nearshoring, mentre cresce la domanda di capi in lino. **Comme Si** ha lanciato un brand tecnico, espandendosi nei prodotti di lusso ad alte prestazioni. **Ellesse**, marchio italiano di abbigliamento sportivo, tornerà negli Stati Uniti nel 2026 grazie a un accordo di licenza con The Iconic Brand Corporation, puntando su collezioni di tennis e sci.
Infine, Lineapelle London ha consolidato il suo ruolo come evento di networking per il settore conciario, mentre a Roma è stato presentato un libro sul restauro della Conceria di Pompei, unendo memoria storica e cultura industriale. **Diego Della Valle** ha criticato la sovrapproduzione nel lusso, evidenziando i rischi per i brand troppo legati alle mode. [Leggi di più].

